Oggi vi parlo di una cosa che, da genitore attento e professionista informato sulle questioni tecnologiche, mi sta parecchio a cuore: mi riferisco alla presenza sempre più significativa di contenuti video tossici su YouTube — e alla loro elevata dannosità.
Si tratta di un fenomeno che molti genitori hanno comunicato a notare e a segnalare pubblicamente: l’uso frequente di colonne sonore angoscianti o disturbanti per creare impatti emotivi profondi.
Questo trend, sempre più diffuso soprattutto nei contenuti per bambini e preadolescenti, non interessa più solo i social tradizionali — che gran parte dei genitori bloccano completamente — ma colpisce ora anche attraverso una piattaforma insospettabile e onnipresente come YouTube.
YouTube, inconsapevole “cavallo di Troia” della manipolazione emotiva
YouTube è spesso considerato dai genitori una piattaforma più sicura delle altre, perché:
- Non richiede interazione diretta con altri utenti
- È utilizzato anche per fini educativi
- Permette il parental control
Tuttavia, proprio perché così accessibile a bambini e preadolescenti, YouTube è diventato uno dei canali preferiti da chi diffonde questa nuova forma di manipolazione emotiva.
Il fenomeno è sempre più frequente e lo si può facilmente individuare per le sue caratteristiche:
- short e video “motivazionali” con musica cupa e parole sussurrate o distorte
- animazioni con voce robotica e soundtrack da film horror, pur parlando di amicizia, scuola o crescita personale
- compilation infantili che alternano contenuti colorati a momenti sonori ansiogeni o surreali
- brain rot accompagnati da musiche malinconiche o grida di sottofondo
Il problema si acuisce nei video proposti in autoplay, dove l’algoritmo privilegia contenuti ad alto engagement: in questo caso la precisione nella individuazione del gusto personale e l'insistenza della proposta rendono ancora più efficace la somministrazione di un contenuto psicologicamente destabilizzante.
Perché funziona e perché è pericoloso
Il mix tra immagini familiari o rassicuranti e audio ansiogeno genera una dissonanza emotiva: il cervello riceve segnali contrastanti, che producono confusione emotiva, tensione latente e attivazione involontaria dei centri di allarme. Nei preadolescenti — il cui sistema limbico è ancora in formazione — l’effetto è notevolmente amplificato ed estremamente più dannoso.
Anche chi non ha social è una vittima potenziale
Come vi dicevo sopra, molti genitori vietano TikTok o Instagram pensando di proteggere i figli, ma:
- YouTube è accessibile anche senza account
- È incluso in molti device “per ragazzi” (smart TV, tablet per bambini, Chromebook scolastici)
- È utilizzato a scuola, per svago e persino come babysitter digitale
Risultato: anche i preadolescenti più seguiti e protetti vengono facilmente raggiunti da questi contenuti dannosi.
Qualcuno sta facendo qualcosa per contrastare il fenomeno?
Google ha introdotto già da tempo la piattaforma YouTube Kids, dimostrando attenzione e sensibilità al problema dei video angoscianti — e non solo a quello, ovviamente.
Va detto però che anche sulla versione per bambini alcuni contenuti dannosi sfuggono alla moderazione, finendo nei canali regolari. Gli strumenti di parental control inclusi nella versione Kids, al momento non bloccano le soundtrack ambigue che inducono emozioni negative.
Molti ricercatori mettono ormai YouTube al pari di TikTok e Instagram per la sua capacità di influenzare negativamente l’umore giovanile, pur essendo universalmente percepito come canale educativo.
Uno studio recentissimo pubblicato sul Journal of Technology in Behavioral Science con il titolo “Time Spent on Social Media and Associations with Mental Health in Young Adults” e condotto su 575 giovani adulti (18‑29 anni) ha analizzato l’impatto dell’uso di diverse piattaforme sui livelli di depressione, ansia, solitudine e autostima.
I risultati mostrano che un uso più intenso di TikTok e YouTube è sistematicamente associato a peggiori indicatori di salute mentale: ansia, solitudine, e autostima negativa.
Già nel 2023 un sondaggio del Youth Endowment Fund (UK) intitolato “Children, Violence and Vulnerability 2023” e condotto su su 7 500 adolescenti (13‑17 anni) evidenziava che:
- il 20 % dei ragazzi dichiara di aver visto contenuti violenti su YouTube nell’ultimo anno, una percentuale molto simile a quella riscontrata su Instagram (19 %) e Snapchat (25 %), mentre TikTok era al 30 %
- Il rapporto critica apertamente l’algoritmo che spinge contenuti violenti verso i giovani, non solo su TikTok ma anche su YouTube e Instagram.
Questo conferma che YouTube è ormai equiparabile a TikTok e Instagram nell’esposizione a contenuti dannosi per i minori.
Alcune app dedicate al filtro di contenuti avanzato stanno cominciando a rilevare non solo parole o immagini potenzialmente dannose, ma anche pattern audio emotivi (musiche ansiogene, voci inquietanti, suoni dissonanti) e questo potrebbe dare un grande contributo alla lotta contro il fenomeno dei video deprimenti, specialmente grazie all’utilizzo sempre più diffuso dell’AI.
In UK e USA, i programmi educativi si stanno aggiornando per includere YouTube come vettore emotivo da monitorare, non solo come piattaforma video.
Cosa possono fare genitori e professionisti
- Verificare sempre i contenuti guardati su YouTube, anche quando sembrano “didattici” o innocui
- Prestare attenzione al sottofondo sonoro: spesso è lì che si annida l’elemento disturbante
- Disattivare l’autoplay su tutti i device
- Evitare la visione serale o solitaria, che amplifica l’effetto ansiogeno
- Promuovere il dialogo: aiutare i ragazzi a descrivere come si sentono dopo aver visto certi video, e incoraggiarli a segnalare quelli che li “mettono a disagio”
Come ho già scritto più volte, non serve avere TikTok o Instagram per cadere vittima della manipolazione emotiva nei contenuti video: YouTube è oggi uno dei principali veicoli di questo fenomeno, soprattutto tra gli adolescenti.
È il momento di abbandonare l’illusione che YouTube sia una piattaforma sicura al 100% e dotarsi di nuovi strumenti — tecnologici, educativi e culturali — per proteggere la salute mentale delle nuove generazioni.
Resta da capire cosa c’è davvero dietro questo e altri fenomeni simili, da dove provengono e quali risultati vogliono ottenere... io un’idea piuttosto chiara ce l’ho, ma ne scriverò qualcosa quando avrò informazioni più precise e autorevoli da condividere.