Qualche sera fa, mentre passavo un po’ di tempo di qualità – ai miei tempi si chiamava semplicemente: giocare – con mia figlia, lei ha deciso che saremmo stati in un’agenzia di viaggi e che avrebbe fatto la tour operator, mentre io avrei fatto il cliente difficile da accontentare. È uno dei suoi giochi preferiti – i bambini hanno il superpotere di vedere qualcosa di divertente in qualsiasi situazione, anche lavorativa 🙃

Sfogliando un catalogo Alpitour che girava per casa, sono stato folgorato da una frase sottile – ma leggibilissima – posizionata lungo il lato sinistro della copertina:

Cover realizzata con l’aiuto dell’AI. E con la nostra voglia di sorprenderti.

Una dettaglio apparentemente insignificante, che però mi ha fatto riflettere molto, perché racchiude una lezione di marketing e comunicazione molto importante. Una lezione che riguarda i benefici della trasparenza nell’uso dell’intelligenza artificiale.

La questione etica e la fiducia del cliente

Oggi l’AI è entrata prepotentemente in quasi tutti i processi creativi: dal copywriting alla grafica, dalle campagne social fino al design di intere esperienze digitali. Per quasi tutte le aziende, la prassi è quella di usare l’AI silenziosamente, senza dichiararlo. Ma questo approccio rischia di danneggiare la fiducia del pubblico, soprattutto quando l’AI viene usata in maniera grossolana ed evidente.

Nel catalogo di viaggi in questione Alpitour ha invece scelto la strada opposta: dichiarare apertamente che la copertina è stata realizzata con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. Un messaggio chiaro, trasparente e quasi orgoglioso.

L’impressione che ho avuto è stata nettamente positiva: così facendo, il brand non solo dimostra sincerità, ma rafforza la relazione con i propri clienti, che percepiscono autenticità e responsabilità.

Trasparenza come leva di marketing

Andando oltre il caso specifico, noto sempre più spesso come la trasparenza oggi non sia soltanto una scelta etica o di opportunismo, ma si stia rivelando una strategia vincente.

Quando un brand racconta come e perché utilizza l’AI:

  • educa il cliente a comprendere meglio gli strumenti digitali che ormai fanno parte della quotidianità;
  • dimostra competenza, perché non ha paura di ammettere l’uso di tecnologie avanzate;
  • crea empatia, mostrando di voler instaurare un rapporto sincero, senza mascherare i processi.

Questo vale tanto per il turismo, quanto per qualsiasi altro settore in cui la comunicazione e i contenuti rappresentano la prima vetrina di un’azienda, ovviamente.

Il futuro appartiene ai brand trasparenti

Chi usa l’AI in modo nascosto rischia di essere percepito come opaco o persino ingannevole. Al contrario, chi dichiara l’uso dell’intelligenza artificiale trasmette un messaggio di modernità e apertura.

La verità è che i clienti non si spaventano davanti all’AI. Possono provare un disagio, più o meno consapevole ma reale, quando sentono di non avere il controllo o di non sapere cosa c’è dietro un contenuto. Ecco perché la trasparenza diventa un asset competitivo.

Il caso del catalogo di Alpitour dimostra che dichiarare l’uso dell’AI può trasformarsi in un punto di forza. Non è solo un dettaglio grafico in copertina: è una dichiarazione di intenti e – grazie al claim di chiusura: con la nostra voglia di sorprenderti – è anche un ammiccamento che trasmette confidenza e fiducia.

Siamo sinceri e trasparenti, siamo moderni ma umani e la nostra missione è sorprenderti e ti sorprenderemo anche con le nostre vacanze: questo è il messaggio che passa davvero, non il fatto che le fotografie di copertina siano più o meno veritiere.

Le aziende che, in un futuro sempre più presente, sceglieranno di comunicare con onestà e chiarezza il ruolo dell’AI nei propri processi non solo eviteranno diffidenze, ma costruiranno un rapporto di fiducia più solido e duraturo con il proprio pubblico.

Perché, in fondo, la vera innovazione non sta soltanto nella tecnologia che usiamo, ma in come decidiamo di raccontarla.

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