Nel weekend sono stato colpito dall’incipit di un articolo intitolato “In crociera cinque mesi per 15 mila euro: cos’è il viaggio intorno al mondo (si può anche fare smart working)” pubblicato su Corriere.it a firma Redazione Economica:

Sta avvenendo un cambio profondo nelle abitudini dei consumatori. L’attenzione si sta spostando da orologi e abbigliamento alle esperienze di benessere e di viaggio. Stiamo assistendo a un mutamento culturale nella struttura dei consumi, una modifica degli stili di vita che ha portato il valore dell’esperienza a superare la gratificazione legata all’acquisto di beni. Non c’è più l’affezione per un brand o un oggetto in particolare. Lo si riscontra anche nelle difficoltà che sta vivendo il mondo del fashion con una contrazione senza precedenti per le grandi griffe.

Nelle dinamiche di consumo degli italiani stiamo osservando tutti da tempo un cambiamento molto profondo, cominciato direi una decina di anni fa, ma accelerato esponenzialmente con l’evento spartiacque della pandemia Covid-19.

Le esperienze stanno progressivamente sostituendo i beni materiali come fonte primaria di gratificazione. Il successo delle crociere di cinque mesi, citato nell’articolo del Corriere.it, è solo un esempio di una trasformazione molto più ampia e complessa nei valori e, di conseguenza, nei comportamenti degli italiani. O, per lo meno, degli italiani che se lo possono permettere.

Le radici del cambiamento: polarizzazione sociale e nuovi valori

Il passaggio dalla ricerca dell’acquisto all’esperienza vissuta non è un fenomeno casuale, ma il risultato di una convergenza di fattori sociali, economici e culturali.

  • Polarizzazione economica. La forbice tra ricchi e poveri continua (pericolosamente) ad allargarsi. Mentre una ristretta élite può ancora permettersi il lusso dei beni di fascia alta, la maggior parte delle persone ha rivisto le proprie priorità. In un contesto di incertezza economica e precarietà, l’acquisto di un oggetto di lusso perde significato rispetto all’opportunità di vivere esperienze che arricchiscono la vita quotidiana.
  • Cambio di valori. L’acquisizione materiale ha lasciato spazio alla ricerca di benessere emotivo e psicologico. Le nuove generazioni, in particolare, attribuiscono maggiore valore a ciò che lascia un’impronta nella memoria piuttosto che nello status sociale. Viaggiare, imparare qualcosa di nuovo, condividere momenti significativi con gli altri sono diventate le nuove forme di lusso.
  • Decrescita della natalità. In un Paese in cui sempre meno persone scelgono di avere figli, il concetto di investimento nel futuro cambia radicalmente. Chi non ha obblighi familiari tende a investire di più su se stesso e sulle proprie esperienze personali.
  • Sostenibilità e decrescita felice. Il consumismo sfrenato ha mostrato i suoi limiti, e molti stanno abbracciando uno stile di vita più sostenibile, basato sulla “decrescita felice”. In questo contesto, l’acquisto viene sostituito dal riutilizzo, dalla condivisione e dalla creazione di ricordi.

Come la comunicazione aziendale deve adattarsi ai nuovi trend

Di fronte a questi cambiamenti, credo che anche la comunicazione aziendale debba evolversi. Non basta più promuovere un prodotto in sé: è necessario raccontare storie, evocare emozioni e offrire esperienze autentiche. Come?

Storytelling (più) autentico. I brand devono raccontare storie che siano in perfetta risonanza con i nuovi valori dei consumatori. L’accento va posto sulle esperienze che il prodotto o servizio può offrire piuttosto che sulle sue caratteristiche tecniche.

Valorizzazione dell’esperienza. È importante mostrare come un prodotto possa migliorare la vita quotidiana o contribuire a creare ricordi significativi. Non si tratta di vendere una crociera, ma di offrire il senso di libertà, il viaggio interiore, la possibilità di scoprire nuove culture.

Sostenibilità e responsabilità. I consumatori sono sempre più attenti all’impatto delle loro scelte. La comunicazione aziendale deve integrare messaggi di sostenibilità e responsabilità sociale, mostrando concretamente come l’azienda contribuisca al bene comune.

Interazione e coinvolgimento. Le persone cercano sempre più il contatto diretto con i brand attraverso i social media e le esperienze dal vivo. Promuovere eventi, offrire esperienze personalizzate e favorire l’interazione con la community sono strategie vincenti.

Dal possesso alla memoria

Concludendo, ritengo che la comunicazione aziendale debba evolversi insieme al mercato: non si tratta più solo di vendere prodotti, ma di costruire relazioni significative con i consumatori. Offrire esperienze autentiche e connettersi ai nuovi valori sociali è la chiave per mantenere la rilevanza del brand in un’epoca in cui l’esperienza personale ha superato il desiderio del possesso materiale.

I brand che riusciranno a intercettare questo cambio di paradigma saranno quelli che non solo sopravviveranno, ma prospereranno in un futuro sempre più orientato verso l’autenticità, la sostenibilità e la ricerca di esperienze memorabili.

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