Nella routine lavorativa quotidiana, ci troviamo spesso a ripetere le stesse richieste, a riformulare gli stessi tipi di testi, a lanciare a volte gli stessi identici comandi più e più volte. Che tu stia scrivendo una newsletter, preparando una risposta per un cliente o generando righe di codice, è ormai quasi sicuro che tu usi ChatGPT per attività ricorrenti. In questi casi, il vero trucco del mestiere è avere dei modelli di prompt pronti all’uso, che ti permettano di risparmiare tempo, mantenere coerenza nei risultati e lavorare con maggiore efficienza.

Ma cosa sono, di preciso, questi modelli di prompt? E come possiamo organizzarli per averli sempre a portata di mano, quando servono davvero?

Cosa si intende per modello di prompt?

Un modello di prompt non è altro che una richiesta scritta in modo strutturato e replicabile, pensata per ottenere risultati precisi da ChatGPT o da altri strumenti di intelligenza artificiale. È un po’ come avere una formula precompilata: tu ci metti dentro i dati del momento, e il sistema ti restituisce ciò che ti serve, senza dover ripartire da zero ogni volta.

Un esempio semplicissimo potrebbe essere:

“Scrivi una mail formale per richiedere un preventivo ad un fornitore.”

Ma possiamo arrivare a prompt ben più sofisticati, come questo:

“Agisci come un copywriter con esperienza nel settore tech B2B. Scrivi un’introduzione di circa 100 parole per un articolo sul tema {{argomento}}, con un tono professionale ma accessibile, che catturi l’attenzione fin dalle prime righe.”

In questo secondo esempio notiamo l’uso di una variabile{{argomento}} — che rende il prompt riutilizzabile in tanti contesti diversi. Basta cambiare l’argomento e il gioco è fatto.

Perché creare modelli? I vantaggi concreti

Avere una libreria di modelli di prompt ben costruiti porta diversi vantaggi:

  • Risparmio di tempo: non devi ripensare ogni volta a come formulare la richiesta.
  • Qualità più stabile: se un prompt funziona bene, perché reinventarlo ogni volta?
  • Collaborazione più efficace: i prompt diventano strumenti condivisibili nel team.
  • Maggiore concentrazione: ti liberi da attività ripetitive e puoi dedicarti a quelle davvero strategiche.

Come costruire un buon modello

1. Parti dai tuoi bisogni ricorrenti - Osserva il tuo lavoro quotidiano. Ci sono attività che ripeti spesso? Contenuti che crei regolarmente? Tipologie di output che chiedi più volte a settimana? È proprio da lì che devi partire. I modelli migliori nascono dai casi concreti.

2. Scrivi il prompt come se parlassi a un collaboratore esperto - ChatGPT risponde meglio quando capisce il contesto e il ruolo che deve assumere. Non limitarti a dire “scrivi un testo”, ma prova a essere più preciso:

“Agisci come un assistente editoriale con esperienza nel mondo podcast. Rivedi il testo qui sotto per migliorarne la fluidità e renderlo più coinvolgente.”

Più sei specifico, più otterrai risposte adatte al tuo stile e al tuo obiettivo.

3. Inserisci variabili per rendere il prompt flessibile - Usa segnaposto come {{nome}}, {{tema}}, {{tono}} per adattare facilmente il modello a nuove situazioni. Questo ti permette di usare la stessa struttura in più scenari, semplicemente modificando qualche parola chiave.

4. Prova, sperimenta e correggi - Anche il miglior prompt va testato. Provalo con contenuti diversi e verifica che il risultato sia coerente, utile e centrato. Se qualcosa non funziona, non scoraggiarti: a volte basta cambiare una parola per ottenere risposte completamente diverse.

Come organizzare e gestire i tuoi modelli di prompt

Una volta creati, i tuoi prompt diventano risorse di valore. E come ogni risorsa, vanno archiviate e gestite con cura, in modo da poterle recuperare velocemente quando servono.

1. Crea una libreria personale (anche semplice)

Non serve un sistema complicato. Può bastare:

  • un file .md con le categorie divise per argomento;
  • un documento in Notion o Google Docs con una struttura ad elenco;
  • un foglio Excel o Google Sheet, con colonne come: titolo del prompt, contenuto, note, variabili, data ultima modifica.

L’importante è che il sistema sia facile da consultare e aggiornare.

2. Dai nomi chiari ai tuoi prompt

Un buon nome ti fa risparmiare tempo. Nomi come:

  • email_seguimi_instagram
  • intro_blog_marketing
  • analisi_codice_php_bug

ti permettono di capire subito a cosa servono quei modelli.

3. Tieni traccia delle versioni

Capita spesso di migliorare un prompt nel tempo. Magari ne hai uno base e poi lo evolvi per situazioni più complesse. Tienili entrambi, con date e note, così puoi tornare indietro se una nuova versione funziona peggio della precedente.

4. Condividi se lavori in team

Se lavori con altre persone, condividere i prompt può migliorare il lavoro di tutti. Ogni membro del team può contribuire, proporre varianti, adattarli alle proprie esigenze. Un prompt ben scritto può diventare un vero e proprio standard operativo.

Un trucco finale: fatti aiutare da ChatGPT a scrivere i prompt!

Sì, sembra paradossale, ma è utilissimo. Puoi chiedere direttamente:

“Aiutami a creare un prompt per generare descrizioni prodotto in stile ironico, con un massimo di 100 parole.”

Oppure:

“Fammi un modello di prompt per riassumere articoli accademici in modo comprensibile a un pubblico generalista.”

Spesso ChatGPT riesce a darti spunti molto validi — e soprattutto ti aiuta a pensare in modo più strutturato.

Ricapitolando…

Creare una libreria di prompt ben fatti è un investimento che ripaga. Ti aiuta a lavorare meglio, più velocemente, e con maggiore coerenza. Se usi ChatGPT con frequenza, ti consiglio di iniziare a raccogliere i tuoi prompt preferiti già da oggi. Parti da quelli che usi più spesso, organizza la tua raccolta in modo semplice e funzionale… e vedrai che sarà una piccola rivoluzione nel tuo modo di lavorare.

Hai già dei prompt ricorrenti nel tuo lavoro? Magari questo è il momento giusto per trasformarli in modelli e iniziare a costruire la tua cassetta degli attrezzi personalizzata.

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