Immagina di essere comodamente seduto sul divano, pronto a goderti la partita della tua squadra del cuore. Oppure, per quelli come me che odiano il calcio, per vederti la diretta streaming di un concertone. Accendi la TV, ma invece di sintonizzarti su un canale ufficiale, accedi a un servizio di streaming pirata, magari attraverso un dispositivo noto come “pezzotto”.
Bene, se lo fai sai benissimo di commettere un grave reato, ma forse non sai che dietro le quinte di questa trasmissione illegale, spesso si celano tecnologie fornite - a loro insaputa - da aziende come Cloudflare.
Chi è Cloudflare?
Per quei pochi che non lo sapessero, Cloudflare è il colosso tecnologico statunitense che offre servizi per migliorare le prestazioni e la sicurezza dei siti web. Tra questi servizi ce ne sono alcuni molto importanti per la storia che stiamo raccontando, se usati in maniera non proprio convenzionale, eccoli qui:
- CDN (Content Delivery Network): una rete di server distribuiti globalmente che accelera la distribuzione dei contenuti online.
- DNS autoritativo: sistema che traduce i nomi di dominio in indirizzi IP, facilitando l’accesso ai siti web.
- VPN (Virtual Private Network): connessioni che permettono di navigare in modo anonimo, mascherando l’indirizzo IP dell’utente.

Il “pezzotto” e la pirateria online
Il “pezzotto” è un dispositivo che consente di accedere illegalmente a contenuti televisivi a pagamento, come partite di calcio o film, senza possedere un abbonamento legittimo. Questi dispositivi sfruttano spesso tecnologie come le VPN o le CDN per mascherare la loro attività e sfuggire ai controlli delle autorità.
La battaglia legale in corso
La Lega Serie A, insieme a emittenti come Sky Italia e DAZN, ha intrapreso azioni legali contro Cloudflare, accusandola di fornire servizi che facilitano l’accesso a contenuti pirata. In particolare, l’uso delle tecnologie offerte da Cloudflare permetterebbe ai siti illegali di eludere i blocchi imposti dalle autorità italiane tramite strumenti come il “Piracy Shield”. Piccolo particolare che, in questa filiera di interconnessioni tecnologiche, Cloudflare è parte lesa, IMHO.
Le decisioni dei tribunali italiani
A dicembre 2024, il Tribunale di Milano ha emesso un’ordinanza che impone a Cloudflare di interrompere la fornitura dei propri servizi a siti web dediti alla diffusione di contenuti pirata, in particolare quelli che trasmettono illegalmente eventi sportivi come le partite della Serie A. Inoltre, l’azienda è tenuta a comunicare i dati e le informazioni necessarie per l’identificazione degli account e dei gestori di questi portali, facilitando ulteriori azioni legali contro i responsabili.
Implicazioni per il futuro
Questa sentenza rappresenta un precedente significativo nella lotta alla pirateria online in Italia. Imponendo a un fornitore di servizi tecnologici come Cloudflare l’obbligo di collaborare attivamente nel contrasto alla diffusione di contenuti illegali, si rafforza il principio secondo cui gli intermediari del web devono assumersi responsabilità nella tutela dei diritti d’autore. E io credo che Cloudflare abbia solo da guadagnare da questo tipo di eventi, perché ha una motivazione esterna per fornire dati alle autorità in merito alla destinazione d'uso effettiva che gli utenti fanno dei suoi servizi, scoraggiando e allontanando di fatto quella piccola percentuale di malintenzionati che danneggiano la sue stessa reputazione - e, di conseguenza, il suo business.
Quindi, come andrà a finire?
La tecnologia avanza rapidamente, offrendo strumenti potenti che possono essere utilizzati sia per scopi legittimi che illeciti. È fondamentale che aziende come Cloudflare collaborino con le autorità per garantire un utilizzo etico e legale delle loro piattaforme, proteggendo così i diritti dei creatori di contenuti e l’industria dell’intrattenimento nel suo complesso.
E tu cosa ne pensi? Sei uno di quelli che, di fronte ad una notizia del genere, si indignano per la presunta violazione delle libertà individuali oppure uno di quelli che festeggiano il ripristino della legalità? Fammelo sapere, sono curioso!