Nel giro di pochissimi anni, l’intelligenza artificiale è passata da curiosità per addetti ai lavori a tecnologia che sta riscrivendo il nostro modo di lavorare, comunicare, creare. Se oggi chiedi qualcosa a un chatbot, generi un’immagine con un prompt o ricevi un suggerimento di codice mentre programmi, molto probabilmente stai interagendo con un cosiddetto modello di linguaggio generativo (LLM) o una delle sue estensioni multimodali.

Ma chi li sviluppa davvero questi modelli? Quali sono le aziende che stanno guidando la rivoluzione AI? E cosa le differenzia?

I colossi (e le nuove leve) dell’AI

Il mercato dell’AI generativa è dominato da un ristretto gruppo di player, ciascuno con una visione, una strategia e un modello tecnologico specifico. Conoscerli aiuta a capire meglio anche le implicazioni di privacy, etica, licenze e costi che derivano dall’uso di questi strumenti.

OpenAI

La conosciamo tutti per ChatGPT, ma OpenAI è molto più di un chatbot. I suoi modelli GPT-4 e GPT-4o sono oggi integrati in Microsoft Copilot (Word, Excel, Outlook), dentro Azure, e in moltissime app di terze parti. Microsoft ha investito pesantemente nella società, diventandone il principale partner commerciale e infrastrutturale. Se usi un prodotto Microsoft recente, con ogni probabilità dietro c’è un pezzo di OpenAI.

Anthropic

Meno nota al grande pubblico, ma sempre più presente nelle soluzioni aziendali, Anthropic ha creato la serie Claude (oggi alla versione 3), focalizzandosi su sicurezza, trasparenza e robustezza. Il suo approccio chiamato Constitutional AI mira a costruire modelli “allineati” eticamente fin dalla progettazione. Amazon è uno dei suoi principali finanziatori, ma anche Google ci ha messo del suo.

Google DeepMind

Parlando di Google, non possiamo ignorare Gemini (il successore evoluto di Bard). Gemini è ormai il motore generativo che alimenta i nuovi strumenti di Gmail, Google Docs, Android e perfino la ricerca. L’integrazione profonda con l’ecosistema Google lo rende una scelta naturale per chi già lavora con Workspace.

Mistral AI

Fondata in Francia, Mistral è una delle realtà europee più promettenti. I suoi modelli (come Mistral 7B e Mixtral) sono open-weight, quindi scaricabili e usabili in locale, senza dover per forza affidarsi a un cloud americano. È molto apprezzata da chi cerca soluzioni on-premise o a basso impatto su privacy e sovranità digitale.

Meta

Anche Meta, la casa madre di Facebook, ha messo in campo una propria linea di modelli open-source: LLaMA. Arrivati alla versione 3, sono diventati base di moltissimi chatbot personalizzati, fork indipendenti e soluzioni aziendali su misura. Meta non ha scelto la strada delle API commerciali, ma ha reso i suoi modelli disponibili a sviluppatori e comunità open source.

xAI (Elon Musk)

La startup fondata da Elon Musk, xAI, ha lanciato Grok, un modello linguistico integrato nella piattaforma X (ex Twitter). Accessibile solo agli utenti premium, Grok riflette la visione più “non convenzionale” dell’intelligenza artificiale: libera, polemica, diretta.

Cohere

Meno visibile ma molto solida, Cohere si rivolge soprattutto a imprese che vogliono utilizzare AI mantenendo controllo totale sui dati. I suoi modelli sono pensati per l’uso in ambienti privati o ibridi, con un focus su embedding e motori semantici.

Non solo parole: AI per immagini, video e codice

L’AI oggi non si limita al testo. Sempre più persone la usano per creare contenuti visivi, generare video, persino comporre musica o scrivere codice.

Per le immagini, i principali attori sono:

  • Midjourney, che ha costruito una comunità creativa enorme su Discord;
  • DALL·E 3 di OpenAI, integrato direttamente in ChatGPT;
  • Stable Diffusion, completamente open-source e adattabile a ogni esigenza;
  • Adobe Firefly, per chi lavora già con Photoshop o Illustrator;
  • Runway, che punta tutto sulla facilità d’uso e sull’integrazione creativa.

Per i video, stiamo assistendo a una corsa all’oro:

  • Runway Gen-3 è oggi una delle soluzioni più stabili;
  • Pika Labs si distingue per velocità e qualità;
  • Sora, sviluppato da OpenAI, è tra i modelli più attesi del settore;
  • Synthesia, invece, offre avatar parlanti per formazione e marketing.

Per i programmatori, le AI sono diventate veri e propri copiloti:

  • GitHub Copilot (OpenAI + Microsoft) è integrato in Visual Studio e altri editor;
  • CodeWhisperer è la risposta di Amazon per gli ambienti AWS;
  • Cursor, Codium, Tabnine offrono esperienze simili con focus diversi (privacy, velocità, compatibilità).

E la voce?

Gli assistenti vocali non sono spariti, anzi si stanno evolvendo. Alexa, Siri e Google Assistant restano i più noti, ma OpenAI sta alzando l’asticella con la modalità vocale di ChatGPT, che consente conversazioni fluide, naturali e sempre più indistinguibili da quelle umane.

Quale scegliere?

Oggi non basta più chiedersi “che AI uso?”, ma è essenziale capire chi la sviluppa, come gestisce i tuoi dati, che tipo di licenza offre, se è adatta all’ambiente aziendale o a quello creativo. Ogni tecnologia ha i suoi punti di forza e le sue criticità.

Sempre più spesso mi capita di aiutare aziende e professionisti nella scelta della soluzione AI più adatta alle loro esigenze.

Se anche tu stai integrando l’intelligenza artificiale nei tuoi processi, strumenti o servizi, possiamo provare a farlo insieme: contattami dal form o scrivimi direttamente su whatsapp.
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