Uno dei ragazzi che mi sta dando una mano nella costruzione di questo spazio mi ha chiesto: sì, ma che cos’è il whistleblowing? - la domanda era formulata con un linguaggio, diciamo, più colorito.
Whistleblowing è un termine di origine anglosassone che significa, letteralmente, “suonare il fischietto” o più semplicemente “spifferare” e indica l'atto di segnalare illeciti o comportamenti scorretti all'interno di un'organizzazione. Chi compie questa azione viene definito "whistleblower" e può essere un dipendente, un collaboratore o chiunque sia a conoscenza di pratiche illegali o non etiche.
L'obiettivo del whistleblowing è proteggere l'integrità dell'organizzazione e l'interesse pubblico, rendendo noti atti che potrebbero altrimenti rimanere nascosti.
Il concetto di whistleblowing ha radici profonde, ma la legislazione moderna è stata influenzata soprattutto dagli Stati Uniti, con il Whistleblower Protection Act del 1989. Questo atto ha stabilito protezioni per i dipendenti federali che denunciano atti illeciti. Da allora, molti paesi hanno sviluppato proprie leggi e regolamenti per proteggere i whistleblower.
In Italia, il primo passo significativo è stato compiuto con la Legge n. 190 del 2012 - sì, ci abbiamo messo solo 33 anni! - che prevede misure per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione. Successivamente, la Legge n. 179 del 2017 ha ampliato le protezioni, includendo anche il settore privato e introducendo sanzioni per le ritorsioni contro i whistleblower.
La legge sul whistleblowing in Italia si applica a diverse categorie di soggetti, includendo sia il settore pubblico che quello privato. Prevede che le organizzazioni adottino misure interne per permettere la segnalazione di illeciti in modo sicuro e confidenziale. Le segnalazioni possono riguardare una vasta gamma di illeciti, tra cui frodi, corruzione, violazioni delle norme sulla sicurezza e altre condotte non etiche o illegali.
Le organizzazioni sono tenute a garantire che le segnalazioni siano gestite in modo tale da proteggere l’identità del whistleblower, evitando ritorsioni e assicurando che le informazioni siano trattate con riservatezza. In caso di violazioni di queste disposizioni, sono previste sanzioni amministrative e penali.
L'implementazione di sistemi di whistleblowing può essere realizzata utilizzando piattaforme open source, che offrono soluzioni economiche ma estremamente affidabili per gestire le segnalazioni. Tra i software più noti ci sono:
- GlobaLeaks: La piattaforma open source sviluppata per facilitare la segnalazione di illeciti in modo anonimo e sicuro. È altamente configurabile e utilizzato da molte organizzazioni in tutto il mondo.
- SecureDrop: Originariamente progettato per le testate giornalistiche, è un software che permette la comunicazione sicura tra whistleblower e destinatari delle segnalazioni. Garantisce un elevato livello di sicurezza e anonimato.
- Whistleblowing Solutions: Piattaforma open source che offre strumenti per la gestione delle segnalazioni, la protezione dei dati, e la reportistica. È progettata per essere user-friendly e adattabile alle esigenze specifiche di ogni organizzazione.
Personalment, credo che adottare una soluzione di whistleblowing non sia solo una questione di conformità legale, ma anche un importante passo verso la creazione di una cultura aziendale trasparente e responsabile.
Se volete approfondire l’argomento whistleblowing e vi serve una consulenza in merito, non pensateci troppo e contattatemi subito!
Eccoti accontento, ragazzo che mi sta dando una mano nella costruzione di questo spazio.